16 gennaio 2007

Mexico City e incontri partigiani

Un' altra giornata splendida si affaccia dalla terrazza dell'hostal Moneda.

Ieri dopo Coyacan e una meritata siesta siamo andati ad incontrare i compas del DF.

Non posso dire molto, ma vorrei dire tanto.

Vi parlo solo dei treni della morte.

I treni della morte sono treni che collegano le principali citta' messicane.

Come sappiamo il Messico e' l'anticamera del ricco USA. E la massa povera del sudamerica sogna, auspica e cerca di arrivare in quel territorio maledetto.

Ebbene, la massa di diseredati, cerca di salire su questi treni, partendo dalle citta' piu' a sud del messico.

Solo che il loro viaggio lo fanno all'esterno del treno, su tutte le parti su cui ci si puo' sedere, sorreggere e aggrappare le speranze di una vita migliore.

Molti cadono, molti vengono tranciati dalle rotaie.

E un macabro gioco a tappe. Ad ogni citta' i superstiti saltano giu' e via verso un nuovo treno una nuova possibilita'.

Gli chiamano i treni della morte e ormai sono parte di questa societa'.

Nei paesini in cui questo ammasso di ferro e carne passa, la gente comune, quelli che si ritengono piu' fortunati di chi sta su quel treno, cerca di passargli dell'acqua, del cibo.

Altro paese, altro treno, altra corsa.

Ma come in ogni buon videogioco le prove non finiscono mai. E come a Sarajevo in cui agenzie turistiche italiane promuovevano le battutte di caccia all'uomo. Qui in messico si apre la caccia all'immigrato.

Bang! Colpito! No, si regge ancora con una mano.Bang! Bang! Colpito e affondato.

Chi arriva al nord e' costretto a percorrere il deserto, per arrivare negli USA. Unica tratta di frontiera non controllata. Perche' chi supera il livello del deserto si e' meritata l'entrata nel paese dei sogni e degli incubi.

Game Over.


Gato Negro



PS: 9.24,l'ora e' di Mexico City

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