06 gennaio 2007

Vi racconto una favola...


Ciao Gattini, qui la vostra Gata Gorda
...che oggi vi racconta una favola...
Buona lettura, e...a presto!

Il bambino incatenato a un fiore
Ci fu una volta un bambino, anche se non ricordo dove, che viveva incatenato ad un fiore bianco. Era l’incantesimo che gli aveva imposto, non so perché, uno di questi maghi che appaiono spesso nei racconti.
Quel bimbo, che amava la libertà più di qualsiasi altra cosa, all’inizio era molto triste perché non poteva spostarsi da un posto all’altro come voleva ma, col passare del tempo, finì per abituarsi alle sue catene.
Annusava l’odore del fiore, contemplava la sua bellezza e passava il tempo contando i suoi petali. Tuttavia, visto che la vita dei fiori è molto corta, cominciò ad appassire e il bimbo, che aveva dimenticato completamente la sua vita prima dell’incantesimo, lo supplicava:
-Per favore non morire. Non potrei vivere senza il tuo profumo, ne dormire senza ascoltare il sussurro del vento tra i tuoi petali.
-Non devi essere triste per la mia morte-rispose il fiore-. Al contrario, quando io non ci sarò più tu sarai libero, potrai correre per immensi campi di erba verde e fresca, attraversare fiumi le cui acque sembrano suonare dolci melodie quando sbattono sulle pietre e contemplare api che volano veloci come il vento.
Quel bimbo non capiva un parola di quello che ascoltava. Durante la prigionia aveva dimenticato tutto quello che lo circondava per concentrare sul fiore tutti i sui sentimenti, e ora, lo intristiva la sua scomparsa. -Non mi interessa dei campi verdi o delle api veloci!- nessuna di quelle meraviglie poteva compensarlo della perdita che stava per avere. Pianse e le sue lacrime bagnarono la terra.
Per un attimo, i petali del fiore, quasi appassito, acquisirono freschezza e si risollevò sul gambo. Fu solo l’illusione di un momento, un breve risorgere prima della scomparsa definitiva.
Per molto tempo il bimbo rimase vicino ai resti di quello che pensava essere il suo unico amico, ma poi decise di allontanarsi e percorrere tutti i luoghi meravigliosi che gli aveva raccontato. I suoi primi passi furono insicuri come quelli di un bambino piccolo che inizia a camminare. Aveva i muscoli addormentati a causa della mancanza di movimento e la catena aveva lasciato un segno sulla sua caviglia. Durante il suo viaggio incontrò molte persone che ascoltarono la sua storia con interesse.
-Stavi meglio durante la tua prigionia- cercavano di convincerlo. –Lì avevi la tua sicurezza e non dovevi affrontare i problemi della vita. Devi cercare un altro fiore a cui incatenarti. Il bambino, che non riusciva a rendere decisioni perché nessuno gli aveva insegnata a pensare con la sua testa, gli diede ascolto e iniziò a cercare. Viaggiò per montagne e valli, deserti e terre fertili, attraversò l’oceano e arrivò fino ad un luogo coperto di fiori molto più belli di quelli che aveva conosciuto. I loro petali avevano tutti i colori dell’arcobaleno e il scintillio del sole.
-Mi fermerò qui- pensò.
Ma durante la sua lunga ricerca aveva imparato che la libertà è una cosa meravigliosa. Nessun fiore, per quanto bello possa essere, gli sembrava tanto attraente per rimanere legato a suo gambo. Il bimbo si distese nell’erba, stirò gambe e braccia per sentire i raggi del sole con la maggiore intensità e ammirò tutto quello che lo circondava. Per la prima volta da molto tempo poté contemplare il paesaggio, da tutte le posizioni possibili, poiché non aveva nessuna parte del suo corpo legata. Non gli era mai sembrato di vedere il cielo così azzurro, il cespuglio così verde, la terra di un marrone così intenso…Ricordò le parole del Fiore e una lacrima di felicità passò sulle sue guance.
-Nessuno, nemmeno la più bella delle creature, merita un sacrificio della nostra libertà- disse tra se.
Alcune voci interruppero i suoi pensieri. Decise di avvicinarsi e vide una strana riunione. Un gruppo di uomini, donne, bambini e bambine erano seduti in circolo. Stavano decidendo come dividersi il lavoro della raccolta dei fiori e seminarne dei nuovi perché ci fossero la prossima primavera.
-Unisciti al nostro gruppo- gli dissero quando lo videro.
-Sono solo un bambino-rispose- Non saprei prendere decisioni giuste. Inoltre ho vissuto troppo tempo incatenato a un fiore e ho dimenticato come usare la libertà.
-Non preoccuparti, la vita ti insegnerà. Qui ci sono molti bambini e bambine la cui opinione è sempre considerata. Il nostro gruppo ascolta tutte le voci senza preoccuparsi dell’età, del luogo dove sei nato, della statura o del colore della pelle. Anche quando qualcuno parla un'altra lingua, facciamo degli sforzi per capirlo.
Il bimbo si fermò definitivamente in quel posto e fu uno in più del gruppo e incontrò amici e amiche con cui condividere i suoi sogni. Alla fine poté sentire la meravigliosa sensazione di essere libero.


Fine della storia.
Spero che vi sia piaciuta...



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