20 ottobre 2006

un nuovo mondo è urgente


un mondo nuovo è urgente

per questo terzo mondo pieno di odori e colori
per questa america indigena piena di dolcezza e dignità
per i suoi tessuti ori e tenerezza
per la sua natura spropositata
il mio brasile torturato sulle coste e massacrato nella selva
meninos de rua pieni di amore rovesciato
il mio cile spremuto fino all'osso
la mia argentina svenduta a pezzi
le mie ande martoriate nella loro sconvolgente bellezza
il mio messico violentato
dolore profondo dei miei indiani hopi sioux navajo ...
annegati nell'inganno alcoolico
per la mia africa violenta e crudele
viva e forte
intensa e sconosciuta
il mio maghreb speziato
il mio mozambico squartato
la mia sowetho della vergogna
i miei deserti scavati
natura massacrata ed accumulata
montagne d’oro ed avorio e dignità rubati
neri incravattati come bianchi nei loro grattacieli
per il mio est freddo ed intenso
nuovo immondezzaio del mio vicino
la mia sarajevo ferita
la mia biblioteca in fiamme
la mia gloriosa ukraina dei tumori
la mia russia lobotomizzata
la mia turchia blindata fin da istanbul porta d'oriente dei dolori
kurdistan dei miei sogni
i miei kalashnikov vaganti
frontiere disegnate e cancellate a piacimento
terre sventrate
cimiteri affollati
per il mio medio oriente crudele
muri di menti contorte
a pochi metri dalla finestra di said
pozzi neri di nere coscienze
mani e mine che mutilano
esplosioni notturne senza festa alcuna
striscia di gaza della mia rabbia
baghdad della mia indignazione
afghanistan nascosto sotto il burka più indecente
per il mio oriente lento
dolce nel suo passo cadenzato
nel suo ritorno di voci e sguardi senza fretta alcuna
tibet della mia dignità
india della mia fame atavica e del nuovo nucleare
cina senza più splendore alcuno
bambini produttori di ricchezze futili
fiumi che non più purificano
montagne che non più meditano
mongoli non più nomadi
per il mio mediterraneo affollato da depositi umani vaganti alla deriva
amore a tonnellate riversato sulle mie coste
solo questo ai miei occhi ingenui è dato di vedere
aeroporti controllati
barriere d'aria
io
qui
incredibilmente bianco
non candido come neve
slavato
candeggiato
inquino
ed il mio risultato è la pelle della vergogna
come un tatuaggio indelebile
ad indicare la colpa
non basterà il fango delle favelas
né il sole d'africa o del tibet
assenza endemica di melanina cosciente
mai sarò giallo rosso nero mulatto meticcio
mai avrò occhi a mandorla e capelli crespi
avrò sempre i tratti
il colore
l'odore del nemico
memoria genetica incancellabile
inalienabile
la storia mi regala una frontiera di indistruttibile ignominia
un marchio a fuoco a forma di passaporto
che io rinnego con tutta la mia forza
da mohandas karamchad gandhi ad emiliano zapata
da patrice emery lumumba a nestor machno
salirò fino a 3845 metri
per passare sotto la "puerta del sol"
affinché l'inca purifichi la mia anima sporca
ma non basterà
porterò via i bambini dalle fabbriche di mattoni
e dai tombini dove si sniffa la colla della dimenticanza
e rapirò le donne un'ora prima della mutilazione
o venti minuti prima della tratta
da uomo
bacerò un uomo nei templi in cui si proibisce l'amore
quello con il diritto a tutto
ad ogni forma
ad ogni voglia
ad ogni cambiamento desiderato
libererò animali catturati sperimentati torturati usati
innaffierò terre arse bisognose di piante ancora
da donna
mi vestirò e mi sentirò tale
mi truccherò e mi metterò due seni finti nella camicia
in onore a tutte le trans del mondo
le nuove donne vilipese
aprirò le carceri
gli ospizi
i centri psichiatrici
in un giorno di radiante primavera
riciclerò migliaia di scorie e rifiuti solidi
pulirò spiagge
rinnegherò qualunque dio che non sia simile a me
simile al mio desiderio d'amore
tutto questo farò ed altro ancora
accecato dalla rabbia e dall'impotenza
indignato dall'ignoranza e dall'insensibilità
offeso dall'indifferenza
tutto questo farò ed altro ancora
ma non basterà
tutto farò
tutto quel che ho imparato dagli indios chiapanecos
da butch cassidy e sundance kid
da salvador allende e da teresa di calcutta
da tito el libertador
dal suo mitico tamburo che risveglia le coscienze
da august vaillant e da francesco d'assisi
da mia madre
prima rivoltosa della mia vita
e dalla gloriosa "columna de hierro"
ed infine
sempre avrò una lacrima ed un grido
per le mie due anime fulminate
nicola sacco e bartolomeo vanzetti
ma temo che non basterà

tito el libertador

madrid 26/06/2006







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